Gli Insetti e Patogeni
delle piante Forestali della Sicilia

 

 

Radiografia dei boschi siciliani

Malattie da crittogame

Numerose sono le malattie da crittogame che attaccano in Sicilia le piante forestali e nell'ultimo decennio alcune di queste hanno minacciato in modo serio, in alcuni stati europei, certe specie di alberi. Sembrava una sorta di maledizione: castagni, olmi, cipressi e pini mediterranei sembravano che dovessero estinguersi da un momento all'altro. Vennero allora avanti le più strane teorie, spesso frutto della incompetenza e della fantasia. Fortunatamente queste infezioni si sono attenuate.
Una delle principali malattie è il Cancro della corteccia del castagno. Originaria del Nord-America il suo agente eziologico è il micete Endotia paralitica. Negli Stati Uniti ha già distrutto quasi tutto il castagno americano Castanea crenata e al castagno europeo Castanea vesca ha già arrecato ingentissimi danni tali da far retrocedere di molto la superficie occupata da questo albero. Tra le molte malattie da crittogame, questa è di facile diagnosi. Caratteristidi sono i «crateri» che si formano sulla corteccia dei tronchi e dei rami. Sollevando la corteccia si nota un ammasso feltroso dovuto al micelio del fungo. L'infezione è comparsa in Sicilia verso la fine degli anni `50 in forma massiccia e da allora non è più scomparsa, anzi si è stabilizzata in forma cronica, forse a causa degli accorgimenti culturali adottati e cioè il trattamento a ceduo dei castagneti. I polloni difatti presentano una certa resistenza all'invasione del fungo. Il parassita sembra preferire maggiormente le piante robuste e vigorose, ma talvolta non è letale per la pianta stessa giacché le ferite cicatrizzano con la formazione di calli. Da notare che in Sicilia esistono gruppi di castagni da frutto coltivati ad alto fusto immuni dal contagio. Sarebbe interessante studiargli meglio. Nei castagni decimati da questa grave fitopatia, si è insediata spontaneamente la roverella, Quercus pubescens.
Il mal dell'inchiostro del castagno è un'altra malattia, meno virulenta e diffusa della precedente, dovuta ad un micete Phytophora cambivora. Questa malattia colpisce le radici ed il colletto e l'esito è letale.
Numerosi altri funghi attaccano le radici ed il colletto delle piante forestali. Spesso si tratta di funghi banali o addirittura micorrizici, che per un indebolimento della resistenza della pianta, dovuta a cause varie, diventano pericolosi. Fra questi funghi notiamo il Poliporus sulphureus, Armi]]area mellea, Rossellinia necatrix, ecc. Spesso nei terreni argillosi con ristagno d'acqua si assiste al disseccamento repentino ed a volte fulminante di alberi per lo più impiantati artificialmente, soprattutto pini e cipressi. Si
tratta generalmente di marciumi radicali e di tracheomicosi provocati da miceti. Per le tracheomicosi trattasi spesso di specie appartenenti ai generi Fusarium e Verticillum.
Gli oidi sono funghi diffusissimi su tutte le piante. In quelle forestali possono assumere una certa gravità negli anni quando l'estate decorre calda ed umida. Questi oidi dovuti ad Erisifaceae si notano soprattutto nelle quercie (l'agente è la Microsphera quercina). Un oidio, piuttosto raro nel resto dell'Italia è comparso in quest'ultimo decennio sui Platani del Viale della Libertà a Palermo. È stato studiato dall'Istituto di Patologia vegetale dell'Università di Palermo. L'agente causale di questo oidio è la Gnomonia veneta la cui forma perfetta sarebbe da ascriversi alla Microsphera platani.
In Sicilia oltre ai platani presenti nei viali (per le più ibridi o appartenenti al platano occidentale) vegeta spontaneo il platano orientale (Platanus orientalis) che si distingue dal platano occidentale per avere le foglie molto più piccole e con cinque lobi acuti e ben marcati; mentre le foglie del platano occidentale hanno solo tre lobi. L'areale del platano orientale si estende nella Sicilia Sud-Orientale, soprattutto nelle provincie di Ragusa e Siracusa, dove assume il carattere di pianta ripariale. Il cancro azzurro del platano ha arrecato danni molto gravi a questa specie spontanea.
Non abbiamo avuto modo di osservare i caratteristici corpi fruttiferi a fiasco della Ceratocystis fimbriata, un pirenomicete, agente eziologico della malattia. Una delle malattie a decorso rapido e fulminante, comparsa in Sicilia nella metà degli anni settanta è il seccume della corteccia dei cipressi. L'andamento dell'infezione è stato cosi rapido nei primi anni da temere la scomparsa di tutti i cipressi coltivati, impiantati o naturalizzati in Sicilia. Fortunatamente in questi ultimi anni la malattia ha segnato il passo; l'agente eziologico, che in un primo tempo era stato in Italia indicato nell'afide Cynara cupressi, sarebbe il micete Coryneum cardinale. Il fungo attacca la corteccia, provocando necrosi e slabbrature, con disseccamento dei rami e rametti e dell'intera pianta, quando l'attacco avviene nel tronco. Da osservazioni sembra che l'attacco è favorito da lesioni sulla pianta provocati dalla grandine e dal gelo e agli stati di sofferenza della pianta.
Secondo l'istituto di Patologia Vegetale dell'Università di Palermo, che ha effettuato uno studio sulla malattia, sulle necrosi compaiono delle pustole nerastre costituite dagli organi di propagazione vegetativa, frammiste ad ife sterili. I conidiofori portano dei conidi, all'apice, di colore scuro e fusiformi. Il fungo, coltivato in questo Istituto su agarpatata, si è sviluppato, formando colonie tondeggianti; ma non conidi in vitro. Questa malattia è stata combattuta, qualunque possano essere le vere cause, con l'unico metodo efficace: asportando e distruggendo, le parti e le piante morte.
E veniamo alla grafiosi dell'olmo. In Sicilia gli olmi non sono molto diffusi. Ve ne sono quà e là nei boschi naturali di quercie.
La specie più rappresentata è l'Ulmus campestris; qualche esemplare di Ulmus glabra trovasi nelle Madonie. Nei viali troviamo cloni ornamentali di entrambe le specie. Pertanto data l'esiguità del materiale da infettare, l'infezione non è stata notata. Ma esiste; soprattutto nelle piante da alberature stradali. Circa cinque-sei anni fa abbiamo notato la sospetta infezione in diverse alberature stradali.
In primavera, le foglie appena spuntate disseccavano improvvisamente restando per qualche tempo attaccate alla pianta. Le piante colpite precedentemente avevano rami completamente secchi, con apici alle volte uncinati. Molti alberi erano morti. Da osservazioni negli anni successivi in quella zona ed altrove abbiamo avuta rafforzata la convinzione della esistenza anche in Sicilia della malattia, che in questi ultimi anni ha avuto una recrudescenza.
In Sicilia le piante più colpite sembrano essere quelle dei viali. Non abbiamo potuto osservare né i classici coremi della forma imperfetta dell'agente causale di questa tracheomicosi, il micete Graphium ulmi né i caratteristici aschi a fiasco della forma perfetta del micete, ascrivibile al pirenomicete Ceratocystis ulmi, appartenente allo stesso genere dell'agente del cancro azzurro del platano, precedentemente citato.

Agostino Gatto

redazione

 
 

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