Gli Insetti e Patogeni
delle piante Forestali della Sicilia

 

 

Radiografia dei boschi siciliani

Malattie da insetti

Una infestazione che ormai si protrae da svariati anni si riferisce alla Phoracantha semipunctata, un cerambicide che attacca gli alberi adulti di eucalitto in particolare in provincia di Enna e Caltanissetta. Questo insetto ha arrecato parecchi danni specialmente nelle zone più siccitose e più calde. Le piante che vivono alle quote più alte ed in terreni profondi sono le meno attaccate, a differenza di quelle che vivono a quote più basse ed in zone più calde. Il caldo favorisce lo sviluppo dell'insetto che scavando lunghe e tortuose gallerie nel legno attacca le piante meno affermate.
Tra gli eucalitti sono più attaccati quelli a legno bianco come la specie E. gomphocephala. Gli attacchi non si manifestano quasi mai nei polloni, pertanto il principale metodo di lotta consiste nella ceduazione. I polloni vigorosi e resistenti offrono all'insetto un habitat poco idoneo al suo sviluppo larvale essenzialmente xilofago, a differenza dell'adulto che è nettarifago. Un altro insetto che attacca platani, pioppi quercie ed anche eucalitti è il Perdilegno rosso, Cossus cossus, un lepidottero nocivo allo stato larvale che attacca la base dei tronchi sino a due metri di altezza, scavando nel legno lunghe e tortuose gallerie. La larva è grossa e rossiccia, da qui il nome di «perdilegno rosso».
Altri insetti xilofagi che attaccano le piante forestali sono il Cerambyx cerdo, un cerambicide osservato un po' ovunque nei boschi maturi di lecci, mentre un altro cerambicide appartenente al genere Saperda ha invece colpito le quercie del Demanio S. Adriano, nella valle del Sosio in territorio del comune di Burgio. Le quercie colpite sono principalmente lecci percorsi da incendio negli anni precedenti ed in fase di rinnovazione in ceppaie parzialmente indebolite. Le parti attaccate sono i rami che seccano al di sopra del punto di penetrazione della larva. L'albero non muore, ma il danno ai polloni non è da sottovalutare. Si è trattato di un agente di irruzione secondaria ed il metodo di lotta suggerito è lo sfoltimento dei polloni per dare maggiore vigore alle ceppaie già precedentemente indebolite.
Altri attacchi di cerambicidi, insetti xilofagi per antonomasia, sono stati segnalati anche in provincia di Palermo e Catania, ma non sono stati registrati danni rilevanti alle colture forestali.
In alcuni boschi di pini indeboliti da cause non sempre note sono stati riscontrati attacchi di anobidi e di scolitidi, ma il danno non è stato rilevante poiché in natura questi insetti sono controllati dagli uccelli insettivori e da parassiti specifici come per esempio alcune specie di imenotteri che parassitizzano le larve. Un insetto della famiglia dei lepidotteri che attacca il pino nero e che ha arrecato non pochi danni è la processionaria del pino, Thaumetopoea pithyocampa, molto diffusa nel demanio etneo e sulle Caronie. Gli alberi di pino nero presentano nei cimali grossi nidi bianchi che rappresentano i rifugi diurni delle larve attive solo di notte e che si spostano alla ricerca delle parti verdi del pino in processione, l'una attaccata all'altra, da qui il nome di «processionaria». L'ispettorato di Catania ha praticato contro questo lepidottero il metodo di lotta biologica col Bacillus thuringiensis che provoca la flaccidezza delle larve, con buoni risultati. Gli attacchi di questa specie, purtroppo, si registrano tutti gli anni, ma la situazione in atto non sembra destare preoccupazione. In caso di attacchi localizzati i grossi nidi vengono asportati e poi bruciati.
La processionaria della quercia, Lymantria dispar, invece è di comparsa sporadica e ciclica. Attacchi recenti sono stati segnalati in provincia di Palermo. I boschi infestati da questo lepidottero sono definiti anche «boschi della rogna», in quanto nell'aria c'è in sospensione una polverina di natura irritante alla pelle ed alle mucose e che può causare anche forme allergiche indesiderate. Questo è dovuto alla peluria che riveste le ooteche che la farfalla dopo l'accoppiamento depone in massa sui tronchi e sui rami e che è trasportata dal vento. Particolarmente attaccata è la roverella che in certi casi viene quasi totalmente defogliata, ma per fortuna gli alberi presto mostrano segni di ripresa anche senza interventi specifici di lotta contro le larve fitofage del parassita. In natura questo lepidottero è controllato da un carabide, il Calosoma sycophanta che attacca le larve e da svariati uccelli
insettivori, tra cui il cuculo ed il rigogolo che non disdegnano le pelose larve della limantria, non accette da altre specie di uccelli.
Altri insetti notati sono stati il Pissodes notatus, un curculionide che attacca il pino domestico ed il pino d'Aleppo, l'Evetria bouliana, un lepidottero che attacca e defoglia i pini, la Phalera bucephala, che da larva attacca i castagni, la Galerucella luteola, un crisomelide che attacca massivamente le foglie degli olmi lasciandovi solo le nervature principali e la Lytta vesicatoria, segnalataci ed identificata in provincia di Agrigento nei frassini impiantati nei demani. In aggiunta a quelli sopra menzionati che, se numerosi, potrebbero dare gravi problemi, nel corso delle nostre osservazioni abbiamo rilevato una lunga serie in insetti definibili come «indifferenti» per le piante e tra questi molti rappresentanti degli imenotteri Cinipidi che producono galle di forma anche strana nel punto di deposizione dell'uovo, vuoi che sia un ramo o più facilmente una foglia. Le piccole larve, appena sgusciate dall'uovo emettono una secrezione che provoca uno sviluppo ipertrofico del tessuto, da qui la reazione della pianta e la formazione della galla. Tra la cocciniglie, per concludere la carrellata degli insetti nocivi alle piante forestali, abbiamo riscontrato la Diaspis pusilla sui pini, d'Aleppo e sui giovani pini domestici, senza gravi conseguenze, mentre sulle sughere il Kermococcus bacciforme, anch'esso ben tollerato dalle piante in quanto non eccessivamente numeroso.
In quasi tutti i boschi di latifoglie e nei boschi misti, infine, abbiamo riscontrato una lunga serie di microlepidotteri le cui larve scavano gallerie nel parenchima fogliare, ma a questi piccoli insetti non si possono attribuire considerevoli danni poiché in natura sono ben controllati e tenuti in freno sia da insetti antagonisti che da specifici parassiti come imenotteri calcididi e icneumonidi.
Circa gli afidi, detti anche pidocchi delle piante, grandi pochi millimetri, ma numerosissimi, abbiamo riscontrato attacchi episodici su giovani quercie e nella vegetazione del sottobosco. Col loro rostro - appartengono all'ordine dei Rincoti o Emitteri - pungono la pianta nutrice provocando ipertrofie e arricciamenti, ma in verità non è questo il danno, quanto gli escrementi degli stessi su cui si sviluppano le fumaggini, dannose, poiché impediscono la respirazione della pianta. Gli afidi, in genere non danno preoccupazione poiché sono controllati in natura dalle coccinelle, dai ditteri della famiglia Sirphidae e da piccoli uccelli insettivori come il codibugnolo, la cinciarella, i luì e i fiorrancini che sono abbastanza presenti nei nostri boschi.

Agostino Gatto

redazione

 
 

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