Le Piante officinali siciliane

Guida al loro riconoscimento ed impiego

EQUISETO

Equisetum orvense
Fam. Equaisetaceae
Nome dialettale: Cura ri cavaddu - Cura cavaddina

Proprietà

Diuretiche, Antinfiammatorie, Rimineralizzanti

Altri usi

Nel caso di emorragie nasali aspirare il succo dell'equiseto dopo averla tritata a fresco. In caso di fratture, per accelerare la cicatrizzazione si può impiegare l'infuso preparato con 35 gr. in 100 ml. di acqua da impiegare con sciacqui e lavaggi nelle aree interessate.

Descrizione Botanica Ecologia

Pianta erbacea perenne con rizoma sotterraneo da cui annualmente emergono fusti nuovi alti sino a 30 e più cm., di colore verde-brunicci o rossastri.
L'equiseto non possiede vere foglie per cui la funzione clorofilliana viene espletata dai fusti di colore verdastro. All'apice dei fusticini, singoli e/o ramificati si formano spighette caratteristiche (sporangi) contenenti le spore, deputate alla disseminazione.

È pianta tipica dei luoghi umidi e freschi dal livello del mare alle zone montane, con diverse specie, tutte di interesse officinale. La pianta si raccoglie in estate. I principi attivi si trovano nei fusti sterili, cioè i fusticini senza sporangi.
 

Ricette ed utilizzazioni

Ulcere e lesioni esterne: far bollire in 500 ml. di acqua 20 gr. di equiseto. Nel caso di ulcere esterne fare lavaggi ed impacchi, nel caso di ulcere intestinali o renali consumare un cucchiaio ogni due ore.
Diuresi: preparare la tintura con 30 gr. di equiseto in 100 ml. di alcool a 20 gradi, lasciare macerare per 8 giorni e consumare 2-3 cucchiai al giorno.
Infiammazioni: far bollire in 1 litro d'acqua 50 gr. di equiseto. Nel caso di gengiviti fare sciacqui, nel caso di stomatiti, un cucchiaio ogni ora.

redazione

 

curarsi con le erbe

 
 
 
 
 
 
   

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