In un momento come l'attuale in cui si parla tanto di Natura e di cose naturali, parlare delle piante è certamente un'impresa ardua perché sono esse depositarie di una cultura popolare che non è scritta nei testi accademici. Le piante e il loro impiego, si può dire, che hanno fatto la cultura di intere generazioni.
Una foglia, un seme, un rametto, un frutto, un brandello di corteccia, etc. ci riportano alla mente questa o quella pianta ed ognuno di noi ricollega l'oggetto ad un aneddoto, un detto popolare, ad una tradizione particolare a qualcosa insomma che vede la pianta protagonista.
L'uomo da sempre ha rivolto la sua attenzione alle piante che sono intorno a noi per i più svariati usi e l'istinto, l'esperienza, la continua osservazione dei cicli vegetazionali hanno indotto i nostri antenati a fare uso di questa o quella pianta in una determinata epoca vegetazionale.
L'uso di verdure nelle preparazioni culinarie moderne è forse considerato secondario o succedaneo ai piatti elaborati con carne o pesce, ma in verità nella cucina di qualche decennio fa il loro impiego era certamente più massivo ed erano tante le specie utilizzabili per la preparazione delle diverse vivande.
Alla luce della rinata voglia di natura le verdure stanno riemergendo da una latenza voluta della modernità e la ricerca di un "non so che di naturale" induce molti alla ricerca ed impiego di questa o quella "erba" per la preparazione di un piatto diverso. Questo attesta un inconscio ritorno alle tradizioni ed ai sapori antichi tanto decantati anche dai media.
C'è in tutti la voglia forte di conoscere l'elisir della lunga vita e chissà se questo non sia depositato nelle piante che magari calpestiamo involontariamente, piante che i nostri antenati conoscevano meglio di noi e che ha fatto loro traquardare il secolo di vita.
Le piante sono indispensabili per la vita dell'uomo così come l'uomo ha bisogno di esse. Conoscere i segreti di queste fedeli alleate è l'imperativo che le generazioni moderne devono fare proprio.
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