I grandi alberi, sono indubbiamente gli elementi più appariscenti del mondo vivente assumendo, in alcuni casi, carattere di monumento.
Gli alberi monumentali, appunto, con il loro possente fusto, la chioma protesa verso il cielo ed il potente apparato radicale affondato nel suolo, rappresentano, nello stesso tempo, la forza e la sacralità della natura e della vita. Dunque, l'espressione scelta per presentare l'oggetto di questo volume, che ripropone un'assunzione ricorrente in opere sullo stesso soggetto, dà una connotazione culturale leggibile del tema, orientata non più in senso tecnico - per gli addetti ai lavori - bensì umanistico. Infatti, con le loro dimensioni e la loro longevità, essi costituiscono segni tangibili della storia naturale dei luoghi che li ospitano e, in connessione antropologica, di quella delle civiltà che, più o meno consapevolmente, sono riuscite a rispettarli e a tramandarli.
Spesso sono testimonianze che l'uomo ha volutamente lasciato nel territorio: segni concreti di confine, di orientamento, di riunione, oppure testimonianza di fatti storici o, ancora, ricordo di qualche particolare evento religioso. Nella maggioranza dei casi, le motivazioni si perdono nel tempo ed è difficile rilevarne concreti e specifici messaggi (Bagnaresi & Chiusoli, 1991). Ogni albero monumentale, in ogni caso implicitamente, è in grado di raccontare con ricchezza di particolari le vicissitudini del luogo in cui è sopravvissuto e di cui, quasi sempre, è stato ignaro testimone. Gli alberi monumentali, fin dall'antichità, hanno provocato nell'uomo reverenza e stupore e ad essi è stato spesso attribuito un chiaro significato simbolico. La presenza di piante così longeve assume un particolare significato culturale, naturalistico e ambientale. Nel nostro Paese, solo di recente si è diffusa la coscienza che essi hanno assunto pieno carattere di bene culturale.
Obiettivo di questo volume è quello di contribuire ad una migliore conoscenza dei monumenti vegetali di Sicilia, diffondendone i valori affinchè si stimoli in tutti noi una maggiore coscienza ambientale e la consapevolezza che gli stessi sono beni unici ed irripetibili, espressione di un particolare aspetto della biodiversità che deve essere tutelato e valorizzato in quanto patrimonio specifico dei territori che li hanno generati; da porre, dunque, sullo stesso piano dei monumenti in pietra, dei centri storici o delle grandi strutture architettoniche: in più, in quanto dotati di un' intrinseca sensibilità, molto vulnerabili. Ciò si rende più che mai necessario per assicurare la necessaria protezione a tutti i grandi alberi, indipendentemente dal contesto in cui ricadono (aree protette, demani comunali e di altri enti pubblici territoriali) ma, in modo particolare, quelli ubicati nell'ambito delle proprietà private che al momento, indubbiamente, sono quelli più esposti a possibili danneggiamenti. La loro salvaguardia è affidata, infatti, quasi esclusivamente alla sensibilità dei proprietari, in mancanza di un'apposita legge di "tutela attiva" che invogli gli stessi ad assicurare tutti gli sforzi necessari per conservarli in vita, senza modificarne o "mortificarne" la struttura attraverso pesanti tagli, diretti principalmente ai grossi rami. Una tutela attiva e condivisa, che faccia sempre più considerare detti monumenti come beni della collettività ma che contempli anche vantaggi per i proprietari dei terreni in cui insistono, è indubbiamente più efficace di una tutela basata solo sull'applicazione di poche, scarne, norme di salvaguardia. >>
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