I GRANDI ALBERI DI SICILIA

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GLI ALBERI MONUMENTALI NEL CONTESTO DEL PAESAGGIO VEGETALE SICILIANO
 

IL PAESAGGIO DELLE COLTURE ARBOREE TRADIZIONALI


Il paesaggio del leccio


Il leccio o elce (Quercus ilex) è una magnifica quercia sempreverde che può essere considerata, a ragion veduta, come la principale protagonista del paesaggio vegetale spontaneo del bacino del Mediterraneo. Esso, tuttavia, si riscontra anche sulle coste atlantiche del Marocco e della Francia occidentale (Bernetti, 1995).
Aspetto residuale dell'antica foresta di leccio in località Piano Zucchi (Madonie)Si tratta di una specie a chioma emisferica, densa ed espansa, costituita da un'imponente architettura di rami frondosi, con tronco robusto, ricoperto da corteccia grigio-cenere, che addentra nel substrato quarzaranitico, vulcanico o calcareo il suo profondo e possente apparato radicale.
Le foglie, di forma alquanto variabile - spinescenti quelle dei rami più bassi ed a margine quasi intero quelle dei rami più alti - sono coriacee, tomentose e grigiastre nella pagina inferiore, mentre quella superiore diventa progressivamente di un verde sempre più scuro. Da questa caratteristica deriva il nome poetico di «ilice nera» con il quale la specie è nota, come anche quello di diverse località in cui essa vive. È il caso, ad esempio, del toponimo Pizzo Nero, località ricadente all'interno della Riserva naturale "Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere, Gorgo del Drago" (Schicchi, 2006c).
Lantico paesaggio italiano, dalle zone sublitoranee a quelle della media montagna, era costituito in passato da foreste di vigorosi lecci. Questo albero era considerato "felice" e "divinatorio" per cui diverse città vennero fondate proprio laddove esistevano grandi piante di leccio, quasi per auspicarne fortuna e prosperità. Plinio riferisce che nella Roma arcaica la corona civica era realizzata con foglie di leccio e solo in seguito fu sostituita da foglie di altre querce (rovere, farnetto, ecc.). Le ghiande, tuttavia, furono mantenute come emblema di onorificenza (Cattabiani, 1996). Esse, tra l'altro, essendo dolci e commestibili, erano molto apprezzate, fin dai tempi più remoti, da varie popolazioni per preparare il pane di quercia.
Larea di distribuzione del leccio corrisponde, pertanto, a quella in cui si è avuto l'iniziale sviluppo delle attività umane che hanno determinato, nel tempo, sostanziali cambiamenti nella preesistente vegetazione naturale. 
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