In recenti scavi effettuati nel territorio si sono rinvenute iscrizioni in lingua greca e questo lascia supporre che vi siano vissuti insediamenti ellenici. Il borgo si sviluppò attorno ad un castello restaurato da Ruggero, che fu in seguito assegnato al Vescovo di Catania. In un documento del 1267 Motta era ancora sotto la signoria della chiesa catanese. Passò in seguito ad Enrico Russo, a Rinaldo Perolo e, sotto Re Martino, a Sancio Ruis de Lihori. Successivamente fu dei Moncada. Nel censimento fatto sotto Carlo V vi si contavano appena 570 abitanti, mentre nella seconda metà del XVIII secolo erano 950.
Economia:
Prodotti agricoli: frumento, uva, olive, agrumi, ortaggi, pesche. Allevamenti: ovini, caprini, bovini, bovini. Industrie ed Imprese: impianti per la lavorazione e la trasformazione di prodotti agricoli e zootecnici, piccole fabbriche artigiane, aziende distributrici di prodotti di marche nazionali.
Beni monumentali:
Di grande interesse è il Castello Normanno, analogo a quello di adrano, splendidamente conservato; è in forma di alto e squadrato torrione, con poche, ampie aperture (XI secolo). Anche la Chiesa Madre è di origine medioevale, ma si presenta nei larghi rifacimenti barocchi e ottocenteschi.
Motta Sant'Anastasia oggi:
Oggi una importanti risorse economiche di Motta Sant'Anastasia sono certamente l'agricoltura, l'allevamento, la lavorazione dei prodotti agricoli e zootecnici e il commercio.
Biblioteche e Musei:
Biblioteca comunale.
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