Indice Demani

Prefazione
- Il Demanio Monti Peloritani - Generalità
- I Peloritani
- La storia del Demanio
- La Foresta Camaro
- La Foresta S. Leone e
   Crupi

- La Foresta Musolino e
   Ziriò

Note su alcuni bacini idrografici dei Peloritani
- Morfologia del territorio di
  Messina

- Precedenti storici sulle alluvioni
- L'alluvione dell'ottobre 1996
- Dati pluviometrici
- Il dissesto idrogeologico
-tab 1tab 2 - tab 3 - tab 4
- Il bacino Fiumara di Zafferana
- Il bacino Fiumara di Larderia
- Il bacino Torrente Canale
- Il bacino Santo Stefano
Il bosco di resinose
- Significato dei pini nella vegetazione mediterranea   - Cause della degradazione della vegetazione mediterranea .
Fauna e flora dei Monti Peloritani
- Piante arboree
- Piante arbustive
- Piante erbacee e/o bulbose - Mammiferi
- Uccelli
- Rettili
- Insetti
La fruizione dei Monti Peloritani
Le aree attrezzate deí Monti Peloritani
I fortini dei Monti Peloritani Conclusioni
Ringraziamenti
Note alla consultazione
LA REDAZIONE
 

  

LA STORIA DEL DEMANIO


Le origini del Demanio dei Peloritani devono ricercarsi molto lontano nel tempo Già nel 1859 venivano adottati alcuni provvedimenti intesi a vietare il dissodamento delle terre in pendio ricadenti nei bacini dei torrenti che attraversano l'abitato di Messina. Successivamente con R.D. Il maggio 1873 n. 1449 fu istituito per questa provincia, come per pochissime altre province italiane, un Consorzio dei Rimboschimenti che tanto nel Comune di Messina quanto in altre zone della provincia lasciò opere di notevole pregio. Tra esse figurano la foresta di "Camaro" di circa 96 ettari, impiantata su terreno di proprietà Comunale, ed una pineta di circa 62 ettari, confinante con la prima, su terreno acquistato da privati. Queste pinete purtroppo sono ormai ridotte a pochi esemplari secolari a causa dei tagli indiscriminati dell'ultimo conflitto mondiale e dei danni da incendio avuti nel dopoguerra.
Ma la sistemazione integrale e definitiva dei numerosi torrenti di Messina e villaggi vicini fu presa in considerazione seriamente solo con l'emanazione del R.D. 21 marzo 1912 n. 442 che prevedeva appunto la sistemazione dei bacini montani, anche se lo studio e l'esecuzione dei primi progetti organici ebbero inizio solo a partire dal 1922.
La nascita ufficiale del Demanio Forestale dei Peloritani avviene nell'anno 1920 quando passano in gestione dal citato Consorzio dei Rimboschimenti all'Azienda di Stato FF.DD. i 62 Ha. della pineta "Camaro" di cui prima si è detto. A questo primo nucleo si aggiunsero altri 105 Ha. di superficie boscata ricadente nel B.M. "S. Leone" a seguito di una serie di acquisti fatti negli anni 1926-1928.
Da quell'anno, per vedere ulteriormente aumentata la consistenza del Demanio occorre attendere l'emanazione del R.D.L. 15 maggio 1946 n. 455 col quale viene approvato lo Statuto della Regione Siciliana e che all'art. 38 dà la possibilità di impiegare nell'esecuzione di opere pubbliche le somme versate dallo Stato alla Regione a titolo di solidarietà nazionale.
Il Demanio dei Peloritani assume la forma e le dimensioni attuali nel decennio 1950-1960, attraverso una serie interminabile di acquisti ma soprattutto di espropri e di imboschimenti.
Il Demanio dei Peloritani occupa oltre 4.102 ettari e ricade nei Comuni di Messina, Villafranca Tirrena, Saponara e Rometta.
Esso si estende, a cavallo della dorsale dei Monti omonimi, grosso modo dal Villaggio Salice a quello di Altolia, per una lunghezza di 18 km. e una larghezza variabile da un minimo di 1 a un massimo di 5. Le quote vanno dai 285 m.s.m., registrati nei pressi di Badiazza, sotto Colle San Rizzo, ai 1.127 metri della vetta di Antennamare.
Tutto il complesso, dal punto di vista fitogeografico, ricade, in massima parte, nella zona calda e fredda del Lauretum del Pavari, e in misura minore nel Castanetum caldo. È servito da una rete stradale di oltre 100 km. di sviluppo che consente un facile e rapido accesso anche nelle zone periferiche più lontane.
All'atto del passaggio al Demanio circa 600 ettari risultavano già rimboschiti. Quelli acquistati dopo il `50, quasi tutti nudi, furono rimboschiti a cura dell'Azienda.
In relazione alle condizioni ambientali proprie delle varie zone, furono impiegate, per semina o per piantagione, in buche, solchetti o piazzuole, le seguenti specie: Pino domestico, P. marittimo, P. lancio, P. insigne, Castagno, Roverella, Cerro, Olmo, Eucalitto, Robinia, Pioppo, Frassino ed Acacia.
L'ordine di diffusione vede attualmente in testa i Pini mediterranei seguiti dal Castagno (allevato per lo più a ceduo), dalle Querce, dagli Eucalitti e dalle Acacie.
L'impianto risale a due distinti periodi: il primo, dal 1920 al 1936; il secondo, dal 1950 al 1955.
In effetti l'età dei complessi boscati esistenti è variabilissima, poiché sovente si è reso indispensabile procedere alla ricostituzione o al reimpianto dei boschi distrutti per effetto dei ricorrenti incendi.
L'attività dell'Amministrazione Forestale Regionale relativamente al Demanio dei Peloritani e condizionata da due ordini di fattori principali:
1) la lotta contro gli incendi;
2) l'esigenza di regolamentare il crescente afflusso turistico nel bosco.
Quello degli incendi è sicuramente il problema più rilevante da risolvere, reso arduo dalla concorrenza di talune sfavorevoli condizioni: la composizione floristica dei complessi boscati, che vede ancora la predominanza delle conifere sulle latifoglie, lo sviluppo e la consistenza che vi assume il sottobosco costituito quasi esclusivamente dalle specie xerofile della bassa ed alta macchia mediterranea, le avversità climatiche, la vicinanza ai terreni agrari e pascolivi, la pressione antropica.
Da anni è stato messo a punto un vasto programma che ha come obiettivo la trasformazione graduale degli attuali soprassuoli di conifere in boschi puri di latifoglie o misti di conifere e latifoglie.
Altro problema, che è diventato più acuto di anno in anno, è la necessità di guidare opportunamente l'enorme massa di persone che si riversa nel Demanio, specie nel periodo estivo. La vicinanza ad esso della città di Messina e di numerosi altri centri, il facile accesso e gli indubbi pregi estetici, hanno fatto acquistare alla parte del Demanio che gravita attorno a Colle San Rizzo notevole importanza dal punto di vista turistico-ricreativo. La dimostrazione tangibile di questa importanza è data dalla presenza,, di alberghi e ristoranti sorti all'interno e nei dintorni del Demanio.
In questo campo gli sforzi dell'Azienda sono rivolti in atto alla costituzione di aree attrezzate, alla individuazione e alla creazione di itinerari turistici e alla salvaguardia di aree di particolare pregio naturalistico e scientifico.
A integrazione di quanto sin qui detto sui Monti Peloritani, si riportano
di seguito i dati storici della formazione del Demanio Forestale riportati nel vol. 1, Edizione A.S.F.D., Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, Soc. Ed. A.B.E.T.E., Roma 1959. "... nell'esercizio 1920-21 fu consegnata all'Azienda la pineta di 62 ettari che il Consorzio di Messina aveva costituita nel bacino del Camàro.
Intorno a questo primo nucleo si estese il demanio forestale, con l'acquisto, nei bacini dei torrenti Tarantonio, San Leone, Gazzi e Gallo, di terreni rimboschiti per effetto del R.D. 21 marzo 1912, n. 442. Cos' nel 1927 l'Azienda acquistò ettari 105,42.80 di terreno nel bacino del San Leone e nel 1937 progettò l'acquisto dei seguenti comprensori:

- nel bacino del torrente Gazzi .....................Ha. 126,58.02
- nel bacino del torrente Camàro
(foresta Camàro del com. di Messina) ...............» 96,32.34
- nel bacino del torrente San Leone .................» 137,66.68
- nel bacino del torrente Tarantonio .................» 259,79.29
- nel bacino del torrente Gallo .........................» 342,37.05
  In complesso ......... ..................................Ha. 962,73.38
 

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