L'ASINO DI PANTELLERIA (asino pantesco)


Tra gli animali mammiferi in estinzione non ci sono solo la foca monaca, il lupo, il cervo sardo e l'orso bruno ma anche l'umile e domestico asino di Pantelleria.
La meccanizzazione delle attività agricole ha fatto retrocedere il ruolo conquistato dall'asino nel corso dei secoli ma che oggi, fortunatamente, comincia a riconquistare lo spazio vitale che gli era proprio.
L'asino in pratica rischia la sua estinzione in sordina, come si addice ad un animale modesto e di indole pacata qual è, ma non per questo interessante dal punto di vista biologico e culturale.
La sua conservazione si impone quindi sia sotto l'aspetto della varietà della specie e quindi della biodiversità, ma principalmente come testimonianza della memoria storica delle tradizioni contadine.
Per il recupero culturale e faunistico di un testimone del passato che viveva e sopravvive a Pantelleria ed in alcuni comuni della provincia di Trapani, l'Azienda Foreste Demaniali ha intrapreso un ambizioso progetto di salvaguardia e conservazione di un genotipo dalle caratteristiche uniche e rare. L'asino (Equus asinus spp.) appartiene all'ordine dei Perissodattili, famiglia Equini. La sua filogenesi è piuttosto oscura, poiché i relitti paleontologici sono scarsi. L'Equus asinus atlanticus (Thomas), ritrovato nel Terziario dell'isola di Pianosa e nel Quaternario recente algerino, contribuirebbe ad avvalorare l'ipotesi secondo la quale questa specie è originaria dell'Africa dove era certamente conosciuta prima del cavallo, La mancanza delle cosiddette - "castagne" - tipici rilievi cornei alla superficie interna dell'avambraccio ed al lato interno del metatarso - aveva convinto il Cornevin che l'asino fosse più lontano delle forme ancestrali polidattili o, per lo meno, che ne costituisca un ramo parallelo evolutosi su di un'area geografica propria.
L'asino domestico discenderebbe, secondo vari AA., dal selvatico africano (Equus asinus africanus Fitzinger) il cui mantello è fondamentalmente fulvo e grigio. Gli asini selvatici vivono in branchi non molto numerosi e si dice che siano guidati da una vecchia asina, anziché da uno stallone, come, generalmente, avviene nei cavalli selvatici. L'asino selvatico vive in località povere di vegetazione, desertiche e pietrose, grazie la sua grande sobrietà e resistenza, che gli consentono anche periodiche migrazioni, se si rendono necessarie per le insufficienti disponibilità foraggere. Oltre che lungo le coste dell'Africa orientale- settentrionale, vive ed ha vissuto nella Siria, in Mesopotamia, nell'Afganistan, nella Persia, nella Russia asiatica meridionale, nel Tibet, nella Mongolia, ecc.
Alcuni autori ritengono che dall'Equus asinus canus siano originate due sottospecie. Una quasi estinta, di taglia minore e cioè di m. 1,16 al garrese, con striscia scura in corrispondenza della linea dorso-lombare e con una linea trasversale pure scura alle spalle e formante, con la prima, la cosiddetta linea crociata o croce di Sant'Andrea.
L'altra Equus asinus taeniopus, Henglin - di taglia maggiore, cioè di m. 1,25 al garrese, priva quasi sempre della lista crociata, si è originata lungo la zona costiera africana del Mar Rosso ed anche dell'Ogaden ed in Dancalia.
L'asino sarebbe stato addomesticato per la prima volta in Numidia. In Europa la specie fu conosciuta tardi e, cioè nel Neolitico. I suoi resti fossili vi compaiono solo alla fine dell'epoca del bronzo e dell'epoca del ferro. Il mulo, quale prodotto dell'ibridazione (in senso zootecnico) tra il cavallo e l'asino e la cui raffigurazione compare sui bassorilievi assiri, sembra che sia stato prodotto, la prima volta, nell'occidente asiatico e precisamente nell'Asia Minore, in epoca immediatamente successiva all'immigrazione mongola.
In Asia sia hanno specie equine affini all'asino e, cioè, l'Ermione (Equus herminionus, Pall.), l'Onagro (Equus onager, Pall.) ed il Quagga, il cui progenitore si ritiene sia stato l'asino africano.

Differenziazioni con il cavallo
L'asino si differenzia dal cavallo per le seguenti principali caratteristiche anatomiche e di conformazione esteriore: minore statura; mancanza di un tipo brachimorfo; testa pesante e grossolana con arcate orbitarie e creste zigomatiche pronunciate; ganasce molto sviluppate; labbra grosse; orecchie lunghe; garrese poco sviluppato; dorso spesso insellato; groppa stretta e spiovente (mulina); ventre grande e cascante, arti sottili e asciutti; piede stretto e piccolo (incastellato), con la suola molto concava e con l'unghia durissima; pelo meno abbondante e più grossolano; criniera meno abbondante, con peli diritti; coda non interamente rivestita di peli, non solo verso l'estremità; mancanza delle castagnette, come si è detto, agli arti posteriori. Il raglio dell'asino non è meno caratteristico, quanto tipicamente rumoroso.

Storia e tradizione
E' noto come l'asino sia stato oggetto di culto o mezzo di sacrificio nell'antichità classica dell'oriente ed africana. Un largo posto l'asino occupa anche nel folklore, nell'arte e nella letteratura di molti paesi europei ed extraeuropei. L'adorazione dell'asino da parte degli Ebrei nel deserto ed altre manifestazioni d'incerto significato, a Roma antica, nel tempo cristiano, hanno dato vita ad una letteratura frammentaria e discorde sull'onolatria. Dagli altari allo scherno: già a Cartagine l'asino era usato in forma caricaturale. La considerazione spregiativa ed offensiva è generalmente entrata nell'uso di quasi tutti i paesi, particolarmente europei.


Razze
Le razze asinine sono poco numerose e presentano una variabilità non molto rilevante, salvo per il carattere della statura che, in talune razze, può raggiunge il m. 1,60 e ridursi in altre a meno di un metro.
L'allevamento si svolge soprattutto nei paesi meridionali dell'Europa (Spagna, Francia, Italia e Balcania) e nell'Africa, dove esso, come si è detto, è originario. Questa specie sarebbe stata importata, per la prima volta, in Inghilterra, nei secoli IX e X, negli Stati Uniti all'inizio dell'800 ed in Giappone verso la metà dell'800. Essendo molto sensibile al freddo, l'asino è, in ogni caso, allevato soltanto nei paesi caldi, dall'Equatore alla zona mediterranea. Il colore del mantello ha limitata variabilità: morello, baio, grigio e più raramente bianco. Il colore delle porzioni inferiori del tronco è spesso più chiaro.
In Italia, le razze asinine più importanti sono: l'asino di Martina Franca, di maggior taglia (m. 1,50-1,60) ed il cui centro più notevole di produzione è in terra d'Otranto (provincia di Taranto); Siciliano o Ragusano dal nome della provincia dove ne è più intenso l'allevamento; l'asino di Pantelleria, la cui area di allevamento corrisponde all'isola omonima; il sardo che è la più piccola di tutte (m. 1,00 - 1,10).
Negli altri paesi d'Europa, tra le razze più pregiate, sono da rammentare: quella del Poitou nella Francia meridionale; quella della Guascogna; della Catalogna e del Nord della Spagna; quella delle Baleari. Tutti questi asini hanno taglie anche notevoli che arrivano al m. 1,35 sino al m. 1,55-1,60.
In Asia, l'asino è allevato in Arabia, in Persia, in Siria. Nell'Africa è numeroso ed apprezzato sia dal Marocco all'Egitto, quanto nella Numidia, nel Sudan, nella Somalia, nell'Eritrea, in Abissinia, ecc. In America è diffuso in Brasile nel Messico ed altrove. Negli Stati Uniti il suo allevamento è stato potenziato nell'ultimo venticinquennio per la produzione mulina. Vi sono state importate le più pregevoli razze d'Europa e, particolarmente, quelle di Martina Franca e della Catalogna.

Geografia zootecnica
Secondo alcune valutazioni l'Italia, con 750.000 capi, occupa in Europa il primo posto nell'allevamento dell'asino, segue la Spagna con 747.000 capi, l'ex Unione Sovietica con circa 700.000 capi ed il Portogallo con 239.800 capi. Nell'America centrale è il Messico che ne ha il maggior numero con 2.636.800 capi, a cui segue Haiti con 660.000 capi. Negli Stati Uniti sono stati censiti 48.500 capi asinini. Il Brasile annovera 1.536.000 asini, la Cina ne conta 8.561.000, la Turchia 1.711.000 capi; oltre un milione di capi ognuno ne contano l'India l'Iran, l'Egitto, l'Etiopia. Minimo è il numero degli asini in Oceania ed in quasi tutti i paesi si nota un progressivo decrescere dell'allevamento.

Impiego
L'asino viene adoperato per il tiro, per la sella e soprattutto per il basto. Il rendimento lavorativo, specie se paragonato alte sue dimensioni, all'alimentazione generalmente scarsa quantitativamente e di poco significato nutritivo, all'allevamento quasi sempre molto trascurato, è da considerare notevole e superiore a quello del cavallo, anche per la maggiore resistenza. E molto apprezzato l'ibrido tra l'asino ed il cavallo, chiamato mulo quando lo stallone è l'asino, oppure bardotto quando lo stallone è il cavallo.
Il latte d'asina ha sempre goduto, tra l'altro, vanto di medicamentosità e di facilissima digestione. La carne è molto sapida e viene spesso usata per la confezione di insaccati, quasi sempre però mescolata alla carne suina.

Allevamento
In complesso si svolge analogamente a quello del cavallo, con la differenza che il primo è assai meno esigente, più rustico e resistente e più sobrio. Possono entrare a far parte della razione quotidiana, una maggiore quantità d'alimenti grossolani e ricchi di cellulosa (foglie e loppe di cereali e di leguminose, ecc.) meglio previamente trinciati, per favorirne la digeribilità. Le asine gravide ed allattanti, gli stalloni durante l'epoca delle monte, devono ricevere una sufficiente razione giornaliera di cereali (avena, fave, ecc.) o di altri concentrati, in proporzione al peso vivo ed all'attività produttiva spiegata.

L'asino di Pantelleria
L'asino di Pantelleria, di cui purtroppo sono sempre meno numerosi gli esemplari, è di taglia modesta (l'altezza al garrese negli stalloni va da 1,32 a 1,38 m.) ma regge bene il confronto con i più famosi asini di Martina Franca, Ragusani, di Poitou, non tanto e non solo per armonia e correttezza di forme quanto per resistenza alla fatica e per nevrilità. E infatti conosciuto come "il purosangue della resistenza asinina". Ha testa piccola, asciutta, orecchie piccole e mobili, collo robusto, tronco cilindrico e lungo, arti robusti, zoccoli grandi, coda corta con pochi crini all'estremità, pelo lucido. Usato come cavalcatura, ha un passo rapido e, se addestrato, all'ambio può superare i 20 km orari; al tiro leggero, oltre che veloce (più di 15 km all'ora), è molto resistente. Era ricercato per la produzione mulina, poiché dava prodotti forti, corretti nelle forme, vivaci ed energici nei movimenti.
Al fine di far conoscere l'attività svolta dall'Azienda Foreste in difesa e per la salvaguardia dell'Asino Pantesco sin dal 1994 l'Amministrazione ha partecipato alla "Fieracavalli" di Verona esponendo alcuni dei più bei esemplari equini oggetto di allevamento e l'Asino di Pantelleria, oggetto quest'ultimo di tanto interesse e curiosità sia da parte del pubblico ma anche da parte delle Autorità che partecipano alla manifestazione.

Standard di razza
Mantello: Prevale il morello o il baio oscuro. Tipico il pelo corto, liscio, molto lucido, untuoso al tatto, assai diverso da quello di altre razze, di solito lanoso e opaco. Muso quasi bianco, addome e superfici mediali delle gambe bianche o grigie pallide. Crini della coda non copioso. Testa: Piccola, asciutta, con grandi occhi. Fronte larga, orecchie piuttosto piccole, mobili e ben portate. Collo: Lungo e muscoloso. Petto: Largo. Linea dorso-lombare: Dritta. Spalla: Obliqua e forte. Torace: Molto sviluppato. Groppa: Larga. Arti.. Molto robusti, muscolosi, con articolazioni asciutte, larghe. Zoccoli: larghi, robustissimi al punto da non richiedere quasi mai la ferratura. Temperamento: Vivace, nevrile. Gradevole da osservare quando è in movimento per la sua elegante azione. Altezza: In media m. 1,25 - 1,30. In passato alcuni soggetti potevano anche raggiungere m. 1,50.
 


(Notizie tratte anche da `Enciclopedia Agraria Italiana" - Ed. Edagricole)
-Ricerca di Maria Emanuela Gatto-

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