IL PAESAGGIO VEGETALE


Le diverse condizioni bioclimatiche che si registrano nell'isola favoriscono l'insediamento di differenti serie di vegetazione; gli aspetti più evoluti sono spesso rappresentate da espressioni forestali, ora di lecceto, ora di pineto.
I lecceti colonizzano i substrati caratterizzati da una rocciosità affiorante diffusa, diversificando due differenti espressioni forestali. Nell'orizzonte inferiore si rinviene una macchia-foresta di Leccio (Quercus ilei) ricca di Ginepro feniceo (juniperus turbinata), fitosociologicamente attribuita all'Erico arboreae-Quercetum ilicis subass. juniperetosum turbinatae. Nell'orizzonte superiore il lecceto si diversifica, sia per una maggiore complessità strutturale (58 metri), sia per l'assenza di alcune entità quale, appunto, il Ginepro feniceo; quest'ultima cenosi è riferita al la subass. typicum del l'Etico arboreae-Quercetum ilicis.
I pineti si insediano invece in aree pedologicamente più evolute, diversificandosi in funzione altitudinale. Sui substrati sassosi dei versanti aridi di Dietro Isola si localizza un pineto termoxerofilo a Pinus halepensis (associazione Pistacio lentisci-Pinetum halepensis). Sui regosuoli-andosuoli dell'orizzonte superiore si distingue invece la serie del pineto misto a Pino d'Aleppo (Pinus halepensis) e a Pino marittimo (Pinus pinaster subps. hamiltonii), fitosociologicamente attribuita all'associazione Genisto aspalathoidis-Pinetum hamiltonii subass. typicum.
Nel piano mesomediterraneo subumido, circoscritto alla parte più elevata di Montagna Grande, si determinano condizioni bioclimatiche di tipo atlantico; un importante ruolo sulla vegetazione viene svolto dalle precipitazioni occulte legate alle frequenti nebbie. Ricchi e continui feltri vegetali ricoprono il sottobosco; si tratta di peculiari cenosi crittogamiche e licheniche, diversificate da entità rare e di particolare interesse fitogeografico.
Sui regosuoli-andosuoli si insedia un pineto a prevalenza di Pino marittimo (Genisto aspalatoidis-Pinetum hamiltonii subass. arbutetosum unedonis), nel cui ambito il Pino d'Aleppo scompare o assume una presenza assai sporadica.
I substrati caratterizzati da una diffusa rocciosità affiorante esprimono invece un'ulteriore serie vegetale facente capo ad una terza tipologia di lecceto, a dominanza di mirto (Myrtus communis). Dal punto di vista fitosociologico la cenosi viene attribuita all Erico arboreae-Quercentum ílicisfacies a Myrtus communis. Notevole interesse scientifico denota anche la vegetazione disposta lungo le rive del Lago Specchio di Venere, alimentato da acque termali. Gli ambienti melmosi vengono colonizzati da aspetti elofitici denominati dalla Lisca termale (Schoenoplectus litoralis subsp. thermalis) - qui nell'unica stazione europea - e dallo Zigolo levigato (Cyperus laevigatus). Dal punto di vista fitosociologico, vengono attribuiti al Cypero laevigati-Schoenoplactetum thermalis, associazione a probabile distribuzione nordafricana. In ambiti più rialzati e distanti dall'acqua si dispone una cintura di vegetazione camefitica improntata dal Limonio densissimo (Limonium secundirameum); si tratta di una specie endemica esclusiva della stazione, dove ne identifica l'associazione Limonietum secundiramei. Lo Specchio di Venere costituisce un emblematico esempio di biotopo da conservare nella sua integrità ambientale. Oltre che un interessantissimo luogo umido, costituisce un sito di stazionamento per la fauna e sede di peculiari formazioni vegetali, con specie di notevole rilevanza fitogeografica, a distribuzione puntiforme e minacciate. Fra le aree di particolare pregio paesaggistico dell'isola va compreso l'intero contesto rurale. I tipici "dammusi" ed i terrazzamenti in pietra lavica che delimitano la miriade di piccoli poderi - impiantati ora a vigneto, ora a cappereto, ora ad oliveto - costituiscono una encomiabile testimonianza delle antiche civiltà pantesche che andrebbe tutelata anche al graduale abbandono agricolo. L'azione di sfruttamento del territorio - accentuatasi in questi ultimi anni, soprattutto a causa di un turismo di massa sempre più invadente - determina l'improrogabile necessità di una pianificazione tendente a coniugare la salvaguardia delle notevoli risorse naturalistiche ed ambientali con le diverse implicazioni di natura socio-economica.
 

Lorenzo Gianguzzi
 

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