ROSA FRESCA AULENTISSIMA" E LE IDENTITÀ IMMUTATE


ALCAMO CAPITALE DEL BUONGUSTO

DALL'11 AL 14 NOVEMBRE
MOSTRA MERCATO AL TRECENTESCO CASTELLO


Alcamo, magnifica e colorata città siciliana adagiata sul blu del mare tirreno, diventa, dal giorno 11 al 14 novembre 2004, capitale del buon gusto con una nuova, nel genere e nelle finalità, mostra delle "IDENTITA' IMMUTATE". Una mostra patrocinata dalla Città di Alcamo e dall'Associazione Strade del Vino  D.o.c. Alcamo presieduta dal conte Filippo Testa, considerato un vero promoter del territorio Alcamese per quanto riguarda i vini, il melone, l'olio e il Turismo enogastronomico ed ideatore di un fantastico marketing territoriale a partire dalla sua azienda Tarantola.
Una occasione  per gustare il vino bianco Alcamo DOC, i prodotti tipici agroalimentari, e per visionare e acquistare manufatti e oggettistica di autentica artigianalità.
Il tutto in un progetto ambizioso per riscoprire e non far morire i colori, i sapori e gli odori di una Sicilia ancora da scoprire e principalmente da gustare e da vedere, magari, anche, da portare a casa.
Da allora le tipicità della bella città mantengono immutati caratteristiche e vissuti.
Per Giacomo Scala, sindaco della Città e promotore del progetto, "il minimo comune denominatore per caratterizzare un prodotto come tipico è senza dubbio il legame che esso possiede con il territorio da cui proviene. In particolare, un prodotto può essere definito tipico se conserva delle caratteristiche costanti nel tempo e se le associa alla sua localizzazione e soprattutto alla sua origine".
La tipicità spesso consiste proprio nei vincoli produttivi diretti con il territorio d'origine.
Innumerevoli sono i casi in cui la tipicità delle produzioni si manifesta nell'inscindibile legame delle loro materie prime al territorio.
"Per esempio, la tipicità del bianco Alcamo, tra i più pregiati vini italiani, ha affermato Giuseppe Gambino assessore all'Agricoltura, deriva dal fatto che le uve provengono dalle vite alcamesi e la sua qualità è dovuta alla ricchezza del terreno, al sole, alle colline e, forse, al modo in cui esse vengono amabilmente coltivate e, specialmente, alla posizione geografica e al clima".
La speciale provenienza delle materie prime dei prodotti tipici è riscontrabile in altri innumerevoli casi come nell'olio extravergine d'oliva alcamese che si ottiene con olive della varietà cerasuola e con altre presenti negli oliveti della provincia; o in quello siciliano.
Le produzioni tipiche, tuttavia, oltre alla dimensione geografica, incorporano anche una dimensione storica; un prodotto è tanto più tipico quanto più affonda le sue radici nella storia e quanto più si rifà ad usi locali costanti nel tempo ed il prodotto alcamese affonda nella storia le sue radici.
Il sapore, l'odore ed il colore della pasta "finocchi e sarde", della pasta "incaciata", dei famosi "maccarruna" con salsa di pomodoro, melanzane fritte, ricotta di pecora e basilico, degli spaghetti con aglio, olio, basilico e peperoncino, dei "bruciuluna", delle melanzana alla parmigiana, restano unici ed irripetibili. Unici e irripetibili perché hanno gli anni della storia di questo popolo che ha conosciuto i greci, gli arabi, i romani e gli spagnoli.
"In ultimo, non va dimenticata la dimensione culturale, tanto più forte, quanto più i prodotti riescono a richiamare sapori, memorie, valori e rappresentazioni collettive" continua Giacomo Scala.
In conclusione, è innegabile il fatto che, a parte il legame immateriale con il territorio alcamese, che rimane, comunque, alla base dell'unicità dei prodotti tipici, essi possiedano un potenziale evocativo della regione di appartenenza, che li lega indissolubilmente alla sua storia, alle tradizioni e alla cultura dei suoi abitanti. Tale caratteristica, spesso, è così radicata nel prodotto tipico da essere in grado di soddisfare il bisogno di scambio culturale che spinge un turista enogastronomico ad intraprendere il viaggio per visitare e vivere la splendida Città araba di Alcamo.
Se il bene materiale alcamese, le uve, il melone "purceddu" verde d'inverno, il vino, l'olio, i numerosi e variopinti dolci, in se stessi, devono possedere caratteristiche organolettiche d'eccellenza per appagare la ricerca di qualità e di genuinità della domanda enogastronomica, essi non di meno devono mantenere inalterate nel tempo quelle virtù immateriali che li collegano per associazione mentale d'idee a quel particolare luogo, evocando l'unicità delle sue tradizioni e della cultura dei suoi abitanti da centinaia di anni legati alla terra che ancora lavorano con amore e con metodi tradizionali a garanzia della tutela della identità e della tipicità alcamese.
Ma apprezzare la tipicità di un prodotto esclusivamente per la sua provenienza geografica, significherebbe fare riferimento unicamente alla caratteristica localizzativa per le tre fasi della filiera; in questo senso, quanto più individuati o individuabili geograficamente sono l'approvvigionamento, la trasformazione e la conservazione/stagionatura del prodotto, tanto più la produzione stessa si può considerare tipica.
Tipicità come il melone d'inverno che il giorno 12 novembre verrà valorizzato all'interno di unh percorso convegnistico che avrà luogo al Centro Congressi di Alcamo, a partire dalle ore 9.00, con l'intervento di Giacomo Scala, Giuseppe Gambino, Loredana Guarino, Anna Maria Parrinello, Gaspare Bonomo, Andrea Greco, Donatella Manzo, Gaetano Vallone, Giuseppe Pace, Andrea Zanlari, Paolo Saleremo e Dario Caltabbellotta.
Come detto, però, e l'Amministrazione comunale di Alcamo guidata dal Sindaco Giacomo Scala lo ha compreso appieno proponendo questo importante appuntamento, la variabile localizzativa non è sufficiente per spiegare in modo esaustivo il concetto di tipicità. Sulle fasi di filiera, infatti, si riversano gli effetti di diverse tecniche gestionali, fatto questo che induce a considerare tipico un prodotto che trova le sue identità distintive di produzione tecnica in un luogo particolare, anche se la provenienza delle materie prime, la loro trasformazione e conservazione/stagionatura non è facilmente localizzabile.
Alcamo è ricchissima di tale realtà enogastronomiche, basti pensare ai formaggi o a quei dolci come i cannoli, le "cassateddi", le ravazzate e le "minni di virgini" che risultano tipici non tanto per il dove, quanto per il come essi vengono prodotti, stagionati e conservati.
Concludendo non si può che auspicare una visita di questa magnifica terra.
Una visita per ripercorrere il lungo cammino della Città che il primo cantore della lingua italiana, Cielo d'Alcamo, definì "giocosa ed opulenta", dalla preistoria fino ad oggi, e per gustare, fotografare, dipingere e trasformare in versi le immagini di una delle più vaste necropoli di età pre-protostorica della Sicilia occidentale e dei reperti preistorici rinvenuti nelle campagne alcamesi.
Immagini che vanno dai castelli alle ultime  vestigia dell'architettura trecentesca e quattrocentesca, dai bagli rurali alle Chiese, al ritrovamento dell'immagine della Madonna con in braccio il Bambino, venerata sotto il titolo di Maria Santissima dei Miracoli.
Un viaggio incantevole tra mare, campagna, montagna e isole per raccontare una vita, una storie e le tante emozioni.
Un racconto che si snoda attraverso la descrizione di gran parte delle opere monumentali ed artistiche che oggi convivono ad Alcamo accanto agli insediamenti più recenti: i suggestivi resti della Chiesa dell'Annunziata, I'imponenza del Castello dei Conti di Modica, lo sfavillante barocco delle Chiese, le pregevoli opere in esse custodite create dalle mani di illustri artisti quali Antonello Gagini, Pietro Novelli, Guglielmo Borremans, Giacomo Serpotta.
Un viaggio nella storia e nell'arte, ma anche nella cultura della devozione mariana, forte e viva ancora adesso e fortificata da una rinnovata fiducia in questo Terzo Millennio di pace; nella cultura della sussidiarietà nell'economia che ha visto uomini grandi come Don Giuseppe Rizzo impegnati, attraverso la fondazione dell'omonima banca, nella progettazione di una nuova visione dell'imprenditoria; nella cultura della solidarietà che si è palesata attraverso una nuova forma di accoglienza e di integrazione che, come afferma il Sindaco Giacomo Scala, "ci ha fatto ripartire dagli ultimi per svilupparci in un ripartire con gli ultimi; un viaggio, infine, nella storia degli alcamesi e mia, popolo ben ancorato a quello che siamo stati e che siamo, ma in grado di scommettere su quello che vogliamo essere".
L'inaugurazione avverrà il giorno 11 novembre con un convegno, alle ore 18.00, al Centro Congressi Marconi di Alcamo, sito in Corso 6 Aprile; e alle ore 20.00, presso il trecentesco Castello dei Conti di Modica, con l'apertura della Mostra Mercato.
Il giorno 12 novembre, proseguirà, con il convegno "Il Melone verde d'inverno: un prodotto siciliano da valorizzare" presso il centro Congressi Marconi, alle ore 9.30; e alle 21.00, al teatro Cielo d'Alcamo, con la Cerimonia delle Rose ed un fantastico spettacolo. La cerimonia è denominata delle rose per ricordare Cielo d'Alcamo autore di "Rosa Fresca Aulentissima", prima ed originale poesia in lingua volgare italiana.
Il 13 novembre, invece, alle 9.30, al Teatro Cielo d'Alcamo", il Convegno "Vino e Giovani"; alle 21.00 cabaret al teatro Cielo d'Alcamo.
Infine il 14, ultimo giorno, alle 11.00, presso il Teatro Cielo d'Alcamo, verrà consegnato il Premio Lions Club Alcamo; alle 17.30, al Centro Congressi Marconi, il recital di poesie dialettali, concluderà questo viaggio ideale nella storia, nella cultura, nella tradizione di un popolo.