FATTORI BIOTICI (fauna e flora)
LECCIO
Quercus ilex
Ilici
Famiglia Fagaceae
Albero o arbusto monoico e sempreverde, elemento tipico della macchia mediterranea, di suoli preferibilmente acidi e calcarei. L'areale del leccio si estende dalle coste dell'Europa meridionale a quelle dell'Africa settentrionale, fino a 1500 m slm. Finchè l'uomo non praticò i disboscamenti per ricavare terreni agrari, il leccio rappresentava la principale copertura vegetale della Sicilia. Nella Regione iblea il leccio è quasi scomparso dagli altipiani; la sua presenza è garantita nelle valli e in qualche residuo di bosco. La pianta è una sclerofilla, cioè possiede foglie dure e lucide nella pagina superiore e bianco cotonose nella pagina inferiore, al fine di resistere meglio all'eccessiva esposizione solare. L e foglie sono semplici, intere e persistono sulla pianta 2-3 anni. Sullo stesso individuo le foglie possono presentarsi con caratteri assai differenti (eterofillia). La forma può essere lanceolata, ellittica, ovato-ellittica o subrotonda. Il margine è solitamente liscio nelle fronde superiori e dentellato in quelle inferiori, per difendersi dal pascolo. I frutti sono piccole ghiande per metà contenute nella cupola, particolarmente gradite ai maiali. I pastori nebrodensi spesso liberano e allevano allo stato semibrado i loro suini neri sugli Ibleí per alimentarli gratuitamente con le ghiande delle leccete e sugherete che il territorio offre. La bontà del legno era ben conosciuta dai carbonai i quali, d'estate, preparavano i "fussuna" per produrre un carbone di legna di ottima qualità. Una curiosità: i ragazzini che possedevano "u tuppettu" di ilici erano privilegiati rispetto a chi lo aveva di tàula franca, perché resisteva meglio agli urti.
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