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Itinerari turistici artistici e culturali

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Le riserve naturali gestite dal
Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali

Isola di Alicudi

Denominazione
RNO Isola di Alicudi
Provincia
ME
Comuni
Lipari
Estensione zona A - zona B
371,25 Ha di cui 278,45 in zona A e 92,8 in zona B
Riferimenti geografici
I.G.M. - F. 244 III N.O.
Data Istituzione
D.A. 484 del 25/7/97 (Piano Reg.)







 
Informazioni generali

Alicudi è raggiungibile con nave ed aliscafo con partenza da Milazzo e Palermo. Per informazioni:
• SIREMAR sito web: www.siremar.gestelnet.it;
agenzie di: Milazzo, tel. 090.9221812 – fax 090.9283243;
Alicudi, tel./fax 090.9889795 e Palermo, tel. 091.582403.
• SNAV, agenzie di: Milazzo, tel. 090.9284509 e Alicudi, tel. 090.9844152.
• Società Eolie di navigazione, Corso Vittorio Emanuele n. 247, 98055 Lipari – tel. 090.9812055.

Alicudi: l’isola del fuoco e dei “rifriscatura”

L’isola di Alicudi è la parte emersa di un edificio vulcanico che si sviluppa per oltre 1.000 m sotto il livello del mare e che emerge per 675 m. Dal punto di vista geo-tettonico è uno strato-vulcano in cui colate laviche si sono alternate ad emissioni scoriacee, fra le quali prevalgono bombe, ceneri e lapilli e con cupole di ristagno (lave solidificatesi all’interno del cratere poco prima della fuoriuscita).
Nonostante la similarità della composizione chimica con quelle della gemella Filicudi, le lave di Alicudi, si sono originate in condizioni diverse di pressione di ossigeno (più bassa) e di acqua (alta). Non sono documentati fenomeni di vulcanismo secondario come sorgenti calde e fumarole; nell’isola, però, si osserva il fenomeno singolare dei soffioni con emissioni di aria a temperatura costante (7° C), detti localmente rifriscatura.
Il paesaggio vegetale è dominato dalla gariga a cisti. L’isola è ricoperta da arbusti e cespugli, resistenti al vento ed alla salinità, sempreverdi e tipici della macchia mediterranea rappresentati dalla ginestra di Gasparrini, dall’artemisia arborescente (o erba bianca), dall’euforbia arborea, dall’erica arborea e dal ficodindia.
Le coste rocciose sono colonizzate da una vegetazione pioniera specializzata a vivere in ambienti fortemente influenzati dal mare, tra cui spiccano i perpetuini delle Eolie ed il limonio delle Eolie, specie endemiche di cui la prima esclusiva di questo arcipelago, la seconda presente anche a Capo Milazzo ed in Calabria.
Sulle aree aperte caccia il gheppio, falchetto molto diffuso in Sicilia. Tra i mammiferi i più frequenti sono il coniglio selvatico, il ratto e il topolino di campagna.
Tra gli uccelli il falco della regina, ma anche il gabbiano reale, la passera sarda, il fanello, il culbianco, la balia e la monachella. Anche Alicudi si trova sulla rotta migratoria degli uccelli. I fondali marini sono dirupati, in gran parte nudi, gli anfratti riparati e le grotte ospitano bei concrezionamenti coralligeni.

Emergenze ambientali
La Tonna: insediamento abitativo dove è funzionante un trappeto.
La Montagna: insediamento umano del XVIII sec..
Pantalucci: piccola spiaggia, riparo per i pescatori.
Chiappe lisce: piccole vasche scavate nella roccia con acqua sulfurea. Sono ubicate sotto il “Grottazzo”, a metà della costa N.O. superata Punta Galera.

Chiamata anticamente Ericusa, perché ricoperta dagli arbusti dell’erica, Alicudi è la più periferica delle Eolie ed anche la più occidentale. L’isola è una montagna conica dal perimetro circolare, dalle pareti ripide ed accidentate. Sul versante orientale si trovano le uniche zone pianeggianti: in località Bazzina sullo stesso livello del mare ed in località Dirittusu, a 500 m s.l.m..
Nota suggestiva del paesaggio sono i terrazzamenti intagliati nei fianchi ripidissimi del vulcano, ma i rifriscatura, soffioni di aria freddissima che gli abitanti del posto adoperano per conservare gli alimenti, sono la vera peculiarità di questa terra vulcanica.
L’opera dell’uomo nei secoli ha ricavato appezzamenti di suolo agricolo anche su ripiani ridottissimi e li ha consolidati con muretti di pietra per bloccare l’asportazione del suolo dovuta allo scorrimento delle acque ed allo sferzare dei venti. Alicudi fu abitata sin dal tempo della prima età del Bronzo: le testimonianze archeologiche sono oggi custodite presso il museo di Lipari. Rappresenta un punto di sosta per gli stormi di uccelli migratori di diverse specie che nell’arcipelago trovano ristoro e sosta e, in alcuni casi, anche le condizioni ottimali per nidificare.
MUSEI E CENTRI VISITA
• Museo Archeologico Regionale Eoliano via del Castello, presso Acropoli, 98055  Lipari -
tel. 090.9880174 e 9880594 fax 090.9880175.
Orario visite: feriali ore 09:00-14:00; domenica e festivi ore 09:00-13:00; in estate la sezione classica è aperta
anche nel pomeriggio.

COMUNE DI APPARTENENZA
• Lipari: abitanti 8.000 (liparesi) CAP 98055 – prefisso telefonico 090.
• FRAZIONE: Alicudi: abitanti 450 (arcudari);
centri abitati: Filicudi-Porto,
Pecorini e Valdichiesa.
• Stazione ferroviaria più vicina: Milazzo.

INFORMAZIONI
• Azienda di soggiorno “Isole Eolie”, corso Vittorio Emanuele n. 202, 98055 Lipari – tel. 090.9880095.
• Azienda Autonoma Provinciale per l’Incremento Turistico di Messina:
via Calabria, is. 301, 98122 Messina, tel. 090.640221- fax 090.6411047;
 

Flora

L’erica arborea
Pianta arbustiva con frequente portamento arboreo, molto diffusa nelle isole Eolie, può raggiungere l’altezza di 3 metri; le foglie sono lineari, rigide e raccolte in gruppi di 3-4.
I fiori sono piccoli (sui 4 mm), bianchi e campanulati, raccolti in infiorescenze piramidali nella porzione terminale dei rami. Quelli giovani appaiono coperti da una soffice lanugine biancastra. Cresce in grandi colonie prediligendo i suoli silicei. Le api che suggono il nettare dai suoi fiori producono un miele prelibato, particolarmente apprezzato.
 

Fauna


Il gabbiano reale
Tra le specie di laridi delle coste siciliane il gabbiano reale è quello meglio rappresentato. L’apertura alare arriva ad un metro e mezzo ed è lungo sino a circa 65 cm: misura che lo pone fra i volatili di grande taglia. L’elegante livrea dell’adulto è grigia sulle ali e sul dorso, mentre testa, collo e addome sono bianchi. Il becco è giallo, le zampe sono palmate.
E’ notevole la differenza dell’adulto, rispetto alle fasi giovanili, caratterizzate da piumaggi criptici, cioè con colori che consentono all’animale di mimetizzarsi con le rocce sulle quali vive.
Nidifica soprattutto nelle più tranquille isolette circumsiciliane, in assenza di disturbo: le uova vengono deposte in numero di 2-3 in nidi costruiti sulle rocce, al riparo dai raggi solari e dalla salsedine.
Il gabbiano è un animale adattabile e versatile: grazie a questa sua caratteristica ha potuto integrare la sua dieta ittica con le opportunità di nutrimento delle discariche e degli immondezzai, trasformandosi in un vero e proprio “spazzino”, mangiatore di rifiuti e di carogne.
 

La Storia, Il Paesaggio e l'Uomo

Come le sue consorelle, Alicudi nei secoli ha fornito un approdo sicuro ai naviganti, che qui hanno lasciato tracce del loro passaggio.
Tra le isole è la meno abitata in assoluto, anche perché è la più periferica rispetto alla costa siciliana. Materiale archeologico fittile (oggetti in argilla) è stato trovato in più località, segni del periodo del Bronzo, del periodo ellenico e di quello romano.
Una strada a gradini porta verso i due crateri; durante il percorso s’incontrano chiesette, si possono ammirare incantevoli paesaggi e si intravedono i fitti terrazzamenti, un’enorme cisterna e alti muri di pietra strappata ai fianchi del vulcano per proteggere il poco suolo coltivabile dalla furia dei venti.
Lungo la strada si trovano tracce di altri insediamenti; alla Tonna c’è ancora un antico trappeto con una macina azionata a mano per mezzo di un grosso asse di legno.
Su queste isole l’impronta dell’uomo è forte, ma la durezza delle condizioni di vita ha favorito un’emigrazione massiccia verso le terre d’oltreoceano e soprattutto verso l’Australia. Ultimamente Alicudi è più frequentata poiché è meta di un turismo di élite.

Le case eoliane
Le linee essenziali e schematiche delle case eoliane sembrano tracciate da architetti d’avanguardia. Invece sono il frutto dell'intuizione di popolazioni che affondano le loro radici nella notte dei tempi. Una casa eoliana tipica è dotata di un’accogliente terrazzo (bagghiu) che si affaccia sul mare; il suo perimetro è fiancheggiato da sedili in muratura (bisuole) e delimitato da colonne a forma di parallelepipedo o cilindriche (pulere), che sorreggono un pergolato (loggia) sotto il quale si godono ombra e frescura.
Fiorito e decorato da trecce di coloratissimi peperoncini, da mazzi di erbe odorose, è il cuore dell'abitazione, che serve anche da disimpegno ai vani della casa: essi sono solitamente tre o quattro, non comunicanti tra loro all’interno.
L’abitazione si sviluppa spesso su due piani, collegati da una scala esterna in pietra: il piano superiore è utilizzato per l’abitazione, quello inferiore come magazzino o stalla.
Se il terreno circostante è coltivato a vigna, alla casa è associato anche un palmento. Gli aspetti caratteristici delle costruzioni eoliane sono condizionati dalla forma e dai contrassegni naturali dei siti: determinanti sono la sismicità, la furia dei venti, la mancanza di sorgenti e i materiali vulcanici.
Ogni abitazione è dotata di una o due cisterne per la raccolta delle acque piovane. Sia le peculiarità ambientali che l’emigrazione tra le isole dello stesso arcipelago hanno unificato l’architettura di queste costruzioni, che si individuano tra il nero dei terreni lavici e il verde del cappero, dei frutteti e delle vigne.

 

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