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Itinerari turistici artistici e culturali

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Le riserve naturali gestite dal
Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali

Pantelleria

Denominazione
RNO Pantelleria
Provincia
TP
Comuni
Pantelleria
Estensione zona A - zona B
2626,69 Ha di cui 2145,37 in zona A e 481,32 in zona B
Riferimenti geografici
I.G.M. - F. 256 III
Data Istituzione
D.A. 741 del 10/12/98 (l.r. 98/81 e l.r. 16/96)

 
Informazioni generali

A Pantelleria si arriva tramite aereo o nave (è possibile sbarcare la propria automobile sull’isola) partendo da Trapani o da Palermo. Sono assicurati i collegamenti aerei anche con Lampedusa. Per informazioni:
• AEROPORTI
Aeroporto di Pantelleria: tel. 0923.912462; Aeroporto di Trapani “Birgi”: tel. 0923.841222; Aeroporto di Palermo “Falcone Borsellino”: tel. 091.7020111; Aeroporto di Lampedusa: tel. 0922.970006.
• SIREMAR sito web: www.siremar.gestelnet.it;
agenzie di: Trapani, tel. 0923.540515 – fax 0923.20663; Pantelleria, tel/fax 0923.911104.
• USTICA LINES, aliscafi (stagionale): Agenzia di Trapani: 0923.27397.

Pantelleria: uno spicchio d’Africa a casa nostra

L’approccio iniziale a quest’isola è con la sua natura vulcanica: Pantelleria si è formata nell’era quaternaria, dunque è un territorio di origine recente, sorto sul margine di contatto tra il continente africano e quello europeo. Non si registrano eruzioni dal 1891, ma ancora su diverse località dell’isola è presente una vivace attività di vulcanismo secondario: sorgenti termali, mofete e fumarole che esprimono il massimo del loro valore ecologico nel Lago di Venere, unico lago dell’isola.
Sulle pendici di Montagna Grande si trovano fumarole costituite da getti di vapore acqueo misti ad anidride carbonica a temperature generalmente basse, che si sprigionano dalle rocce e dal suolo: la più importante è quella di Favara Grande.
Fumarole se ne trovano anche a Costa della Favara, Fossa del Russo, Cuddie di Mida e Monte Gibele. Quando le fumarole si vengono a creare all’interno delle grotte, allora si è davanti al fenomeno delle cosiddette “stufe”, vere e proprie saune naturali come il Bagno Asciutto a Sibà o la stufa di Khazèn.
Sorgenti di acque termali calde si trovano anche nella Grotta di Sataria, a Scauri, e a Gadir, nella Cala di Nicà e lungo le rive del lago Specchio di Venere. Dal punto di vista vulcanologico, la parte più antica dell’isola è quella centro-meridionale che fa capo alla Montagna Grande (836 m s.l.m.) che, sul versante nord-occidentale, presenta un profilo morbido, mentre a sud si interrompe bruscamente in una ripida scarpata.
Sulle pendici sud-orientali ecco Monte Gibele (700 m s.l.m.), seconda vetta dell’isola per altezza. Insieme a Cuddia Mida e ad altri centri minori è testimone di epoche in cui l’attività eruttiva era di tipo esplosivo. Il più meridionale dei grossi edifici vulcanici è Cuddia Attalora (560 m s.l.m.).
La parte settentrionale dell’isola invece, di formazione più recente, si è originata ad opera di piccoli edifici vulcanici, che hanno dato luogo a colate laviche fluide, basalti che digradano con lieve pendenza verso il mare: si tratta di Monte Gelkhamar (289 m s.l.m.), Monte Sant’Elmo (246 m s.l.m.), Cuddie Bruciate (118 m s.l.m.) e Cuddie Rosse (56 m s.l.m.). Al di fuori di punta Karuscia, sul fondale marino, sono visibili dei coni eruttivi sommersi. Nelle aree caratterizzate da declivi più dolci (versante occidentale dell’isola) dominano le colture agricole: viti e capperi in primo luogo e poi ulivi, cereali ed ortaggi.
Le aree vulcaniche sono territori fertili e Pantelleria non sfugge a questa legge. L’isola è ricca in vegetazione anche se, data l’ampiezza, le sue 597 diverse specie, sottospecie e varietà botaniche potrebbero sembrar poche. Ma non bisogna dimenticare che l’isola, oltre ad essere di recente formazione, è anche geograficamente abbastanza isolata, quindi gli individui tendono a specializzarsi adattandosi all’ambiente ed alle sue risorse: il 3% delle specie vegetali, infatti, è endemico.
La vegetazione si distribuisce sul territorio secondo un criterio altitudinale, subendo variazioni in funzione dei venti che la investono e dell’evoluzione dei suoli. Le falesie costiere, frastagliate e ricche d’insenature, ospitano una vegetazione dominata dall’endemico limonio di Pantelleria a cui si associano il finocchio di mare, il ginestrino delle scogliere, la timelea barbosa, l’erba-franca pelosa e altre specie. I pulvini del perpetuino di Pantelleria e la violaciocca di Pantelleria, entrambe endemiche, colonizzano l’ambiente a ridosso delle scogliere.

Il lago di Venere
Conosciuto anche come lo Specchio di Venere o Bagno dell’acqua, è l’unico lago naturale di Pantelleria. Situato nella parte centro-settentrionale dell’isola, appare come una depressione di forma ovale il cui asse maggiore misura circa 600 m. Le sue acque sono in parte derivate da precipitazioni atmosferiche e in parte alimentate da sorgenti sotterranee ricche di sali: delicatissimo e complesso l’equilibrio mineralogico e geochimico che lega questo piccolo lago alle sorgenti idrotermali.
Visto dalla contrada Bugéber, che lo sovrasta dal versante sud, offre un panorama affascinante. La vegetazione delle rive è dominata dalla lisca terminale e dallo zigolo levigato, mentre, in posizione poco più elevata e distante dalla riva si insedia una specie endemica esclusiva di questa stazione: il limonio densissimo. Qui trovano il loro habitat ideale anche due invertebrati nordafricani: il Grillotalpa cossyrensis e la Cynethia rhoggunopheri.

Emergenze paesaggistiche
Lago di Venere: si trova nella porzione centro-settentrionale dell’isola, ad est rispetto al centro abitato di Pantelleria.
Montagna Grande: è il monte più alto dell’isola. Pineta a pino marittimo.
Favara Grande: è la più spettacolare delle fumarole presenti sull’isola, nei pressi del centro di Rakhali.
Grotta del Bagno Asciutto (Benikulà): “stufa” dentro una cavità naturale: lungo lo stesso sentiero che porta a Favara Grande.
Tombe bizantine: ai piedi del versante meridionale del Monte Gibele in direzione est, non lontano dalle favare.
Villaggio di Mursia: sulla costa nord-occidentale nei pressi della Cuddie Rosse.
Necropoli dei Sesi: nei pressi del Villaggio di Mursia.
Punta dell’Arco dell’Elefante: versante est, sulla costa di fronte ai centri abitati di Tracina e Khamma.
Aree attrezzate:
Montagna Grande
Chi sceglie di giungere a Pantelleria via mare è costretto ad una “levataccia”. Infatti si entra in porto intorno alle sei del mattino, ma si è subito ripagati dall’accoglienza che si riceve: i morbidi colori dell’alba che tingono il panorama circostante; la deliziosa frescura che troppo presto abbandonerà l’isola per lasciare il posto alla canicola del sole africano; il sorriso degli isolani abituati al flusso dei turisti ed il fragrante cornetto con l’agognato cappuccino che aiuterà a riconciliarsi con la vita, da gustare in uno dei numerosi locali vicini al porto.
Chi arriva qui cerca una vacanza diversa dalle solite: vulcanica, aspra e di selvaggia bellezza, Pantelleria è un vero e proprio baricentro tra Sicilia e Africa (dista da Capo Mustafà solo 65 km!). Il paesaggio è segnato dalle cuddie (crateri vulcanici secondari), dall’imponenza della Montagna Grande e dai dammusi, tipiche costruzioni in pietra lavica che risaltano coi loro tetti imbiancati sul nero delle lave.
E’ anche l’isola più verde tra quelle che circondano la Sicilia: le sue pinete si inerpicano sulle vette più alte, mentre nei declivi più dolci predomina il paesaggio agricolo. Pantelleria è terra di contadini, più che di pescatori.
La riserva offre la possibilità di saune naturali sul sentiero delle Favare o nelle “stufe”, come quella di Benikulà (o Grotta del Bagno Asciutto), ma anche escursioni a carattere archeologico e naturalistico di grande interesse. Paradiso dei sub e dei birdwatchers, Pantelleria ospita molte forme di vita esclusive del suo territorio ed è un prezioso punto di transito per la fauna migratoria. La cucina semplice isolana viene esaltata dall’aroma dei pregiati capperi panteschi e accompagnata dai vini locali, tra cui primeggia il profumatissimo passito doc.

COMUNE DI APPARTENENZA
• Pantelleria – 5 m s.l.m. a 84 Km da Trapani; CAP 91017 – prefisso telefonico 0923; abitanti 7.484 (panteschi).
• Stazione ferroviaria più vicina: Trapani (a 84 km).

INFORMAZIONI
• Azienda Provinciale per il Turismo di Trapani, tel. 0923.29000.
• Pro loco di Pantelleria: piazza Cavour n. 1, Pantelleria; tel. 0923.911838; 695011.
• Ufficio Provinciale Azienda (U.P.A.) di Trapani, tel. 0923.807111 e 807231.
• Servizio antincendio: tel. 1515 (numero verde).

 

Flora

Addentrandoci verso l’interno si osserva una vegetazione di macchia a ginepro feniceo e periploca minore che, nei tratti marginali e soleggiati, si arricchisce dell’euforbia arborescente e di altre specie di gariga e macchia.
Nella parte ancora più interna, sulle rocce affioranti, si insediano la macchia a leccio e ginepro feniceo e il bosco di leccio. Questi ambienti ospitano diverse specie arbustive come il lentisco, la fillirea, l’alaterno, lo gnidio, il caprifoglio mediterraneo, l’erica arborea e il corbezzolo.
Il leccio a Pantelleria può trovarsi associato anche al pino marittimo (autoctono). Salendo oltre inizia una fascia vegetazionale caratterizzata da pino d’Aleppo (di introduzione forestale) e lentisco nei suoli più sassosi dei versanti aridi di “Dietro Isola”. La pineta mista a pino d’Aleppo e pino marittimo invece si insedia su suoli più evoluti, ad altitudini comprese tra i 300 e gli 800 m s.l.m., dove troviamo anche la ginestra di Pantelleria, un endemismo dell’isola. Negli ambienti dove l’antica vegetazione forestale è scomparsa a causa del degrado si insediano diverse specie legnose, come l’erica arborea e la multiflora, piante aromatiche quali la lavanda selvatica e il rosmarino e poi lentisco, corbezzolo, mirto, gnidio, caprifoglio mediterraneo, sparzio villoso e, ancora, ginestra di Pantelleria, oltre a varie specie di cisto.
La vegetazione erbacea comprende lembi di prateria ad ampelodesma e praterelli effimeri di specie annue. Ma è salendo oltre, sulla parte più elevata di Montagna Grande, là dove le nebbie giocano un ruolo preziosissimo, che si sviluppa un ricco sottobosco costituito da un feltro di muschi e licheni, molti dei quali con entità rare e preziose dal punto di vista ecologico: qui scompare il pino d’Aleppo (o diventa più sporadico) e prende il sopravvento il pino marittimo.
Nei lecceti che colonizzano i substrati con rocciosità affioranti troviamo arbusti rappresentativi di mediterraneità come il corbezzolo, il mirto e l’erica arborea, oltre ad alcune specie di cisto.
Montagna Grande offre insediamento a boschi bellissimi e godibili.
 

Fauna

Significative sono le presenze animali sull’isola: qui risiede l’unica stazione europea di cinciallegra algerina; l’unica italiana di beccamoschino iberico e dell’orecchione comune; l’unica siciliana di colubro sardo o “ferro di cavallo”, un serpente dall’inconfondibile livrea e lungo ben 150 cm.
Ma non basta. Troviamo anche una fauna che ci ricorda quanto l’isola sia vicina all’Africa. Innanzitutto due specie di invertebrati che sono insediate nell’area del lago Specchio di Venere (Grillotalpa cossyrensis e Cynethia rhoggunopheri) e poi tutte le numerose specie di uccelli migratori, che utilizzano Pantelleria come tappa durante il loro percorso.

L’asino di Pantelleria
Snello, elegante e aggraziato. Dal pelo lucido e corto, morello o baio, l’asino di Pantelleria, nato dall’incrocio di razze africane e sicule era considerato robustissimo, longevo, di passo sicuro e veloce: le sue eccezionali caratteristiche ne facevano una cavalcatura di gran lunga più affidabile rispetto al cavallo. Dall’isola era scomparso da tempo, ma esistevano standard precisi per cui l’Azienda Foreste ha lanciato un ambizioso progetto: ricostituire la razza pantesca con un accurato lavoro di ricerca che, attraverso incroci fra individui idonei, permettesse di ottenere asinelli che si avvicinassero quanto più possibile alle indicazioni canoniche. Ed è riuscita nell’intento.
Oggi presso l’azienda pilota di Erice “San Matteo” vengono allevati gli asini panteschi con due obiettivi: ricostituire la razza e, al contempo, produrre il ricercatissimo latte di asina, ottimo per lo svezzamento di bambini con gravi intolleranze alimentari. Questo asinello, alto al garrese 130 cm, sfoggia un pelame liscio e lucido che lo differenzia dalle altre razze asinine che hanno il manto opaco ed arruffato. Ha orecchie piccole, petto ampio e robusto, zoccoli durissimi che difficilmente hanno bisogno di ferratura. Muso quasi bianco, addome e superfici interne delle zampe bianche o grigio pallido, coda non folta. In tempi passati era stato esportato per favorire gli incroci e trasmettere le sue pregiate qualità: oggi l’obiettivo è quello di riportarlo sulla sua isola d’origine per risanare una perdita che non è solo naturalistica, ma anche culturale.
 

La Storia, Il Paesaggio e l'Uomo

I dammusi
Incastonato nell’irregolare territorio isolano, tra il nero del suolo vulcanico ed il verde della vegetazione, il dammuso è la caratteristica abitazione pantesca. A pianta quadrata o rettangolare, è costruito con pietre di lava; la particolarità dell’edificio sta nella forma del tetto a cupola, imbiancato a calce: ogni cupola corrisponde ad una stanza. Il tetto, che all’interno ha la volta a botte, all’esterno è tondeggiante per agevolare il flusso delle acque piovane che vengono convogliate da canalette nella cisterna posta, abitualmente, sotto il passiaturi, la terrazza antistante il dammuso.
La casa tradizionale, con bei pavimenti in cotto o in maiolica policroma, è composta da un ambiente centrale, dall’alcova (la camera da letto) e da un camerino. Talvolta, nei pressi del dammuso, si innalza un’ampia costruzione tondeggiante, una sorta di torre edificata con pietre a secco, dalla cui sommità appaiono incerte fronde di alberi. Quell’alta recinzione serve a proteggere il giardino e l’orto dalle raffiche di vento che, soprattutto in certi periodi dell’anno, soffiano minacciosamente.
L’isola di Pantelleria presenta vari siti abitativi, il centro più popolato, dal nome omonimo, è l’approdo per molte imbarcazioni da diporto, caratterizzato da un insieme di casette bianche che, arroccate attorno all’antico castello Barbacane, salgono dolcemente verso la collina. Poiché l’isola è grande è necessario un mezzo di trasporto per raggiungere i pittoreschi centri abitati, alcuni dei quali conservano esotici nomi arabi come Khamma, Rekhali, Mursia.... Ma non solo, l’auto serve anche per andare in giro in cerca di luoghi da scoprire e delle numerose calette dove è possibile fare un tuffo nel mare più blu.
Abitata sin dai tempi remoti, poco si sa degli insediamenti antecedenti alla prima età del Bronzo, però sembra che l’ossidiana di Pantelleria sia stata trovata in contesti più antichi nel Mediterraneo. I primi resti certi sono dell’inizio del II millennio a.C..
Affascinanti e misteriosi questi ruderi ci conducono ad un passato lontano. Facilmente individuabili, alcuni sorgono ai lati della strada che dal porto va verso Scauri (porto più piccolo): troviamo un villaggio fortificato che si estende fin sulla nera scogliera, circondato da un imponente muro di cinta (pare che nell’isola vi fossero continue contese, prima a causa della concupita ossidiana, poi per la sua posizione tra Africa e Sicilia); ancora ben mantenuto, il villaggio neolitico è composto da capanne tondeggianti che all’interno sono lastricate e conservano macine e contenitori di pietra.
Poco distante sorge tra i cespugli e la vegetazione di macchia il sese grande, la maggiore e meglio conservata delle costruzioni megalitiche a tronco di cono della necropoli sesiota, facile da raggiungere le si può girare attorno per osservarla in tutte le sue parti. Nei fianchi mostra piccole cavità, dove pare si adibissero i rituali funerari; altri sesi sono sparsi nell’area circostante.
Ma segni di popolazioni passate non sono solo questi. Girovagando per l’isola, tanti resti lo testimoniano: tratti di mura; cisterne campanate; pavimenti a mosaico, sui colli San Marco e Santa Teresa, forse residui dell’antica acropoli di Cossyra (Pantelleria era chiamata così dai Greci); le “tombe bizantine”, nella parte sud-ovest dell’isola che fu colonizzata dai Fenici.
Mentre si prosegue nella visita, uno sguardo al panorama e scorgiamo nel rosso del tramonto, all’orizzonte, un lembo della terra d’Africa. Ed è facile immaginare che quest’isola possa essere stata contesa per la sua posizione, legame naturale tra la Sicilia ed il continente nero.
 

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